I mezzi di trasporto moderni si stanno innegabilmente orientando verso un approccio sempre più green, sempre più eco-friendly e in grado di strizzare l’occhio alla preservazione dell’ambiente, viste le pessime condizioni nelle quali il nostro pianeta attualmente versa.
I cittadini delle grandi città sono abituati a girare utilizzando le ormai celebri bici elettriche, strumenti estremamente utili e affidabili per svolgere commissioni o semplicemente per muoversi in città in modo comodo e veloce; tuttavia, probabilmente non tutti conoscono il reale funzionamento del meccanismo che si cela dietro una bici elettrica.
In questo breve ma interessante articolo, cerchiamo di fornire una dettagliata panoramica sui componenti di questo velocipede, analizzando anche in che modo essi collaborano tra loro per il funzionamento generale del mezzo.
Il motore di una bici elettrica
A differenza di quanto accade per una bici normale, la bici elettrica contiene un motore speciale di natura elettrica, il quale si attiva solamente dopo le primissime pedalate e con il minimo sforzo: man mano che si acquista velocità, il motore aumenta i giri, consentendo all’utente che utilizza la bici di procedere spedito verso la sua destinazione.
Il motore, tuttavia, viene corroborato dalla presenza di una centralina computerizzata, la quale possiede una scheda elettronica dotata di microprocessori che bilancia la propulsione elettrica, garantendo un ritmo costante e regolare durante le pedalate.
Alla base del funzionamento di una bici elettrica, ad ogni modo, vi è una stretta collaborazione tra la centralina e il motore elettrico, il quale riceve i segnali a cascata che, con l’aumentare delle pedalate, si fanno sempre più intensi, permettendo al motore di raggiungere il numero più alto di giri e, conseguentemente, aumentando la velocità del mezzo.
Non appena si smette di pedalare, il motore si disattiva, fenomeno che accade anche quando si raggiungono i 25 km/h.
Il motore della bici elettrica, inoltre, viene alimentato a batteria, ma può appartenere a 2 diverse tipologie, a seconda della presenza delle spazzole o meno: in quest’ultimo caso, il motore viene definito di tipo brush, mentre è brushless nel caso contrario.
Inoltre, va anche detto che i motori brush sono decisamente più collaudati rispetto a quelli brushless: questo scongiura di fatto particolari operazioni di assemblaggio, garantendo una soglia di tolleranza più alta.
Pur possedendo un peso superiore, questa tipologia di motore ha una resa elettrica più bassa per via degli attriti che si creano a causa della sua superficie e del suo diametro maggiori; questo non accade nei motori brushless, dato che l’attrito viene totalmente evitato grazie all’assenza delle spazzole, assicurando una dispersione energetica termica molto bassa ed una resa comunque elevata.
Che dire delle tipologie di batterie di una bici elettrica?
Le batterie di una bici elettrica
Le batterie maggiormente utilizzate per una bici elettrica sono sostanzialmente 3: a piombo-gel, a nichel metal-idrato e a ioni di litio.
La prima tipologia consente un’autonomia davvero significativa, la quale si assesta intorno ai 50 km percorribili senza ricarica, mentre le seconde hanno un’autonomia inferiore, circa 30 km, ma possiedono una vita di circa 400 cicli, a fronte della metà nelle batterie a piombo-gel.
Le batterie a ioni di litio consentono di percorrere fino a 150 km, con circa 1000 cicli di ricarica: questa enorme affidabilità è dovuta ad una particolare accuratezza costruttiva, nonché agli elementi impiegati in fase di assemblaggio e costruzione.
Tuttavia, tale tipologia di batterie va incontro a degrado in appena 6 mesi, perdendo rapidamente qualità e autonomia.
Qualunque sia il tipo di batteria che la bici elettrica monta, è sempre bene instaurare un corretto ciclo di ricariche, cercando di non scaricare completamente gli accumulatori, ma ricaricarli non appena il display segnala la loro bassa percentuale. Per informazioni su prezzi, sconti ed offerte clicca qui.