Da gennaio 2025 sono previsti importanti cambiamenti per chi affitta immobili a fini turistici in Italia. Il governo ha introdotto una nuova disciplina per gli affitti brevi e le locazioni turistiche con l’obiettivo di aumentare la trasparenza, combattere l’abusivismo e offrire maggiore tutela sia ai viaggiatori che ai proprietari. Le novità riguardano aspetti essenziali: nuovi obblighi di registrazione, limiti al numero di giorni e di immobili affittabili, regole fiscali più stringenti, adempimenti di sicurezza e misure contro gli affitti in nero. L’impatto previsto sarà significativo non solo per host privati e gestori professionali, ma anche per i viaggiatori e il mercato immobiliare delle principali città turistiche italiane.
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Dallo sviluppo degli affitti brevi alle regole attuali: il percorso verso la riforma
Negli ultimi dieci anni, la crescita degli affitti brevi – sostenuta dalle piattaforme digitali come Airbnb, Booking e Vrbo – ha cambiato profondamente il mercato turistico urbano italiano. Secondo i dati Istat, nel 2023 oltre il 22% dei pernottamenti turistici nelle città d’arte è avvenuto in alloggi privati prenotati tramite piattaforme online. In molte città, dalla riviera romagnola a Firenze, Roma e Venezia, le locazioni turistiche hanno assunto un peso tale da influenzare i prezzi degli immobili e generare pressioni sulle comunità residenti.
La mancanza di una normativa nazionale ha favorito la nascita di regolamenti locali spesso eterogenei e poco coordinati, aprendo la strada ad abusi, elusione fiscale, carenze di sicurezza per gli ospiti e tensioni nei quartieri storici. Per affrontare queste criticità, nel 2024 il Parlamento ha approvato la Legge di Riforma sulle Locazioni Turistiche (Legge 32/2024) (fonte: Gazzetta Ufficiale). Il nuovo quadro normativo entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025, stabilendo criteri uniformi su tutto il territorio nazionale per gli affitti di durata non superiore a 30 giorni e le locazioni turistiche, che siano gestite da privati o operatori professionali.
Cosa cambia dal 2025: novità e obblighi per proprietari e agenzie
La riforma introduce numerosi adempimenti e regole che chi affitta a fini turistici dovrà rispettare con attenzione. Ecco le principali novità dal 2025:
- Registrazione obbligatoria presso il portale unico nazionale: Tutti i proprietari e gestori dovranno iscriversi a un nuovo registro telematico e ottenere un Codice Identificativo Nazionale (CIN), da mostrare obbligatoriamente negli annunci online e nei contratti. In questo modo le autorità potranno monitorare l’attività, incrociando i dati con quelli delle piattaforme digitali.
- Limiti a giorni e numero di immobili affittabili: Viene fissato un tetto massimo di 120 giorni l’anno per l’affitto breve da parte di privati e un limite di 4 immobili per singolo proprietario; superate queste soglie, è necessario aprire partita IVA e rispettare gli obblighi previsti per le strutture ricettive (fonte: Ministero del Turismo).
- Comunicazione delle presenze: Confermato l’obbligo di segnalazione degli ospiti alle autorità di pubblica sicurezza tramite il portale “Alloggiati Web”, ma viene rafforzato l’incrocio dei dati tra questura, Agenzia delle Entrate e nuovi organismi di controllo.
- Requisiti di sicurezza e trasparenza: Ogni alloggio dovrà essere dotato di dispositivi antincendio, kit di pronto soccorso e informazioni chiare sulle condizioni dell’immobile. Le sanzioni per chi non si adegua possono arrivare fino a 8.000 euro.
- Tassazione e cedolare secca: I privati potranno continuare a optare per la cedolare secca al 21% solo entro i limiti previsti; oltre, scatteranno le regole di imposizione ordinaria. Le piattaforme digitali avranno l’obbligo di effettuare una ritenuta d’acconto e trasmettere i dati dei pagamenti direttamente all’Agenzia delle Entrate, come chiarito dall’ente stesso.
Si calcola che le nuove regole coinvolgeranno più di 600.000 immobili a uso turistico (dati Istat), interessando circa 250.000 host tra privati e gestori professionali. Per una panoramica completa, si consiglia la lettura del testo integrale della legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Mercato immobiliare e turismo: le prime reazioni alle nuove norme
L’introduzione delle norme sugli affitti brevi ha acceso un intenso dibattito tra gli attori del settore. Associazioni di residenti e molti sindaci delle città turistiche hanno espresso soddisfazione per il giro di vite sugli abusi, auspicando una riduzione della pressione sugli affitti a lungo termine e un miglioramento della qualità della vita nei centri storici.
Dall’altro lato, le principali piattaforme online e alcune associazioni di proprietari temono effetti negativi: possibile calo dell’offerta, meno attrattività per i viaggiatori indipendenti e adempimenti burocratici più onerosi per i piccoli host. Secondo Federalberghi, le nuove regole costituiscono “un passo avanti per garantire parità di condizioni tra alberghi e locazioni brevi”, mentre Confedilizia esprime il timore di una fuga degli host dal mercato regolare e di un possibile aumento dell’illegalità.
Gli operatori turistici più strutturati, tra cui property manager e agenzie immobiliari, apprezzano invece la maggiore chiarezza normativa, considerandola un’opportunità per favorire selezione, professionalità e trasparenza, specialmente nei centri a maggiore afflusso internazionale come Firenze, Roma e Venezia.
Impatto sociale e prospettive future nelle città d’arte italiane
L’effetto delle nuove regole si farà sentire soprattutto nei comuni a forte vocazione turistica. Secondo uno studio del Centro Studi Città di Impresa, nei rioni storici di Venezia la riduzione degli affitti brevi potrà restituire circa 3.500 appartamenti al mercato residenziale nel prossimo triennio, contribuendo a rallentare lo spopolamento. Anche a Firenze aumentano le speranze di famiglie giovani e studenti di trovare case più accessibili in centro.
Tuttavia, alcuni esperti sottolineano che una regolamentazione troppo rigida rischia di scoraggiare il turismo alternativo, penalizzare le famiglie che integrano così il reddito e nuocere alle microimprese locali. Per questo, il Ministero del Turismo ha già annunciato l’attivazione di una cabina di regia interistituzionale per valutare ogni mese i risultati e, se necessario, apportare correttivi normativi già nel corso del 2025.
Responsabilità delle piattaforme e gestione fiscale: innovazioni chiave
Tra le novità più rilevanti vi è la corresponsabilità delle piattaforme digitali nel rispetto degli obblighi fiscali. Da gennaio 2025, siti come Airbnb e Booking dovranno trattenere le imposte dovute sugli affitti brevi e trasmettere i dati delle transazioni direttamente all’Agenzia delle Entrate. Questa misura contribuirà a limitare l’evasione fiscale ed è stata accolta positivamente anche a livello europeo, nella cornice delle iniziative per una concorrenza più equa nel turismo.
Per tutti gli aspetti fiscali delle nuove regole è consigliata la consultazione della sezione “Turismo” del sito dell’Agenzia delle Entrate, dove saranno disponibili aggiornamenti e chiarimenti ufficiali.
Affitti brevi tra rischi e opportunità: il futuro delle città italiane
La riforma degli affitti brevi rappresenta una delle principali sfide e opportunità per l’economia turistica italiana dei prossimi anni. Riscoprire il valore degli spazi urbani e residenziali, bilanciando il diritto all’abitare con le esigenze del turismo, sarà il vero banco di prova per il successo delle nuove norme. Se applicata con equilibrio e aggiornamenti tempestivi, la disciplina può promuovere un turismo sostenibile, trasparente e inclusivo, capace di restituire vitalità e armonia ai centri storici, alle famiglie e ai piccoli operatori che tanto contribuiscono al tessuto urbano italiano.








