Il lavoro è persona: dal 1^ maggio ai piani di welfare aziendale

Legge

Abbiamo da poco celebrato la Festa dei Lavoratori, un momento importante non solo per onorare la storia del lavoro in Italia, ma anche per guardare con attenzione al presente e al futuro del benessere in azienda.

Quest’anno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordarci un principio fondamentale: Il lavoro non può separarsi mai dallidea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo.

Una dichiarazione che ci invita a riflettere sul significato profondo del lavoro oggi, in un contesto in cui conciliare produttività e benessere dei dipendenti non è solo una scelta etica, ma anche una strategia aziendale vincente.

Welfare aziendale: a che punto siamo?

Negli ultimi anni, il tema del welfare aziendale è entrato stabilmente nel dibattito sul lavoro. Non solo come insieme di benefit o agevolazioni fiscali, ma come vera e propria leva strategica per migliorare la qualità della vita in azienda. Dalla flessibilità oraria al supporto alla genitorialità, dai buoni pasto all’assistenza sanitaria: sono tanti gli strumenti oggi a disposizione delle imprese per prendersi cura delle persone che lavorano con loro. Ma com’è la situazione oggi in Italia?

I numeri ci raccontano una realtà in evoluzione: oltre 6,6 milioni di lavoratori ricevono misure di sostegno legate al benessere economico e sociale. Non si tratta solo di “attenzioni in più”, ma di azioni che contribuiscono concretamente a migliorare il clima interno, trattenere i talenti e rendere l’azienda più competitiva sul mercato.

Lo confermano anche i dati raccolti da SDA Bocconi, che mostrano come le imprese dotate di piani di welfare ben strutturati abbiano registrato nel 2023 risultati economici decisamente positivi. Il 54% di queste aziende ha visto crescere il proprio fatturato di oltre il 10%, e più della metà ha aumentato l’organico e ridotto il turnover. Un segnale forte: il welfare funziona, ed è uno strumento concreto di crescita e fidelizzazione.

Tuttavia, la fotografia non è del tutto omogenea. LOsservatorio Welfare 2024 di Edenred ci ricorda che, se da un lato oltre la metà delle grandi imprese ha già attivato progetti di welfare personalizzati, dall’altro le PMI sono ancora in ritardo. Eppure, ampliare l’accesso a questi strumenti – anche solo attraverso buoni pasto o fringe benefit – potrebbe fare una grande differenza, migliorando il potere d’acquisto delle famiglie e sostenendo l’intera economia.

Progettare un piano welfare su misura

Abbiamo visto come in un contesto lavorativo sempre più orientato al benessere delle persone e alla valorizzazione delle risorse umane, il welfare aziendale rappresenti oggi uno degli strumenti più efficaci per costruire ambienti di lavoro sostenibili, motivanti e capaci di generare valore condiviso. Tuttavia affinché un piano di welfare sia davvero efficace, è fondamentale che questo venga pensato su misura, costruito tenendo conto delle caratteristiche dell’azienda, delle esigenze specifiche dei lavoratori e del quadro normativo in continua evoluzione.

Per capire meglio come muoversi in questo ambito, ne abbiamo parlato con lo Studio Bizzi Guarnacci, che ci ha raccontato come uno studio specializzato può supportare le imprese in tutte le fasi del processo, dalla progettazione alla gestione operativa, fino all’ottimizzazione fiscale e previdenziale.

Il primo passo è sempre l’ascolto: comprendere il contesto aziendale, il settore, la dimensione dell’organico e i bisogni concreti dei dipendenti consente di strutturare un piano che abbia un impatto reale. Non esiste infatti un welfare standard”: ciò che funziona per una grande impresa può non essere efficace per una PMI, e viceversa.

Un ambito di intervento sempre più rilevante è poi quello legato ai premi di risultato, ovvero quegli importi riconosciuti ai lavoratori in base al raggiungimento di determinati obiettivi. Se correttamente impostati, questi premi possono essere detassati e trasformati, in tutto o in parte, in beni e servizi di welfare. Lo studio interviene qui con una consulenza strategica, aiutando l’azienda a definire obiettivi chiari, misurabili e coerenti con la propria attività, così da garantire la possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente.

Ma i vantaggi non si fermano qui. La conversione dei premi in beni e servizi – come buoni spesa, contributi per l’istruzione dei figli, trasporti, attività ricreative o previdenza complementare – comporta un doppio beneficio: da un lato, per in l’impresa, che riduce il carico fiscale e contributivo; dall’altro, per il lavoratore, che riceve un valore maggiore rispetto alla classica erogazione in busta paga, in quanto i benefit sono esentasse entro certi limiti e non incidono sul reddito complessivo.

Lo studio di consulenza non si limita quindi a gestire gli aspetti tecnici e normativi, ma diventa un vero partner strategico per limpresa. Accompagna l’azienda anche nella comunicazione interna, affinché i dipendenti comprendano appieno il valore del piano e ne colgano le opportunità. Inoltre, fornisce aggiornamenti costanti su eventuali modifiche legislative e su nuove possibilità di ottimizzazione fiscale e previdenziale.

In un momento in cui trattenere i talenti, migliorare il clima organizzativo e rendere l’azienda più attrattiva sono priorità imprescindibili, investire in welfare aziendale con il giusto supporto non è più un’opzione accessoria, ma una vera leva di crescita. Avere al proprio fianco uno studio capace di tradurre regole complesse in soluzioni concrete può fare la differenza.

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