Il business delle auto storiche: tasse, assicurazioni e opportunità economiche nel 2026  

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Il mercato delle auto storiche è oggi uno dei segmenti più interessanti dell’economia automobilistica italiana. Non si tratta più soltanto di una passione per collezionisti, ma di un vero business in crescita, sostenuto da incentivi fiscali, agevolazioni assicurative e un valore patrimoniale in costante aumento. Nel 2026, il settore delle auto d’epoca rappresenta un’occasione strategica per investitori, restauratori e professionisti del motorismo storico.

Il valore economico delle auto storiche

Le auto storiche sono beni rari e, come tali, tendono ad aumentare di valore nel tempo. Il mercato italiano, secondo stime di settore, conta oltre 400.000 veicoli d’epoca registrati, con un giro d’affari che supera i 2 miliardi di euro l’anno tra compravendita, restauro e manutenzione.

I modelli più ricercati, come Alfa Romeo Giulia, Fiat 500 prima serie, Lancia Fulvia, ma anche Porsche e Jaguar d’epoca, possono rivalutarsi dal 10% al 30% in pochi anni, soprattutto se mantenuti in condizioni originali e con documentazione storica certificata (CRS, iscrizione ASI, registro di marca).

Per questo motivo, l’auto storica è oggi vista non solo come oggetto da collezione, ma come bene rifugio alternativo, al pari di arte e orologi di lusso.

Fiscalità e vantaggi per chi investe in auto d’epoca

Dal punto di vista fiscale, le auto storiche offrono condizioni favorevoli che le rendono appetibili anche come investimento.

1. Bollo ridotto o esenzione

Le vetture ultratrentennali (oltre 30 anni) sono esentate dal bollo auto, salvo il pagamento di una tassa di circolazione ridotta (in media 25–35 euro l’anno). Per quelle tra 20 e 29 anni, alcune regioni prevedono sconti fino al 50%, purché iscritte ai registri storici riconosciuti.
Questo significa una drastica riduzione dei costi di mantenimento, rendendo sostenibile la gestione anche di intere collezioni.

2. Deducibilità e impatto patrimoniale

Per aziende e collezionisti con partita IVA, l’acquisto di auto storiche può rappresentare un investimento patrimoniale. Sebbene non sia deducibile come costo d’impresa, il veicolo d’epoca può essere registrato come bene di rappresentanza o promozione aziendale.
Molte aziende del lusso, hotel e cantine vinicole, ad esempio, utilizzano auto d’epoca per eventi, shooting o attività di marketing esperienziale, generando ritorni d’immagine e di business difficilmente quantificabili ma molto efficaci.

Assicurazioni agevolate e opportunità per le compagnie

Le polizze assicurative per auto storiche costituiscono un segmento redditizio e stabile anche per le compagnie.
Una polizza media costa tra 120 e 250 euro l’anno, ma la frequenza dei sinistri è bassissima, dato l’uso limitato e la cura con cui i proprietari gestiscono questi mezzi.

Le assicurazioni stanno quindi ampliando le offerte dedicate, introducendo pacchetti specifici per:

  • Collezioni multiple di veicoli;
  • Coperture per restauratori e commercianti di auto storiche;
  • Garanzie per eventi e raduni internazionali.

Per chi opera nel settore assicurativo, il business delle auto storiche rappresenta una nicchia a basso rischio e alto margine, con fidelizzazione duratura dei clienti.

Restauro e filiera economica dell’auto storica

Intorno al mondo delle auto storiche ruota un vero e proprio indotto artigianale e industriale.
In Italia esistono oltre 3.000 officine specializzate in restauro, carrozzeria e ricambi d’epoca, spesso aziende a conduzione familiare con competenze uniche.

Il restauro di un’auto d’epoca può generare valore aggiunto fino al 200% rispetto al prezzo d’acquisto iniziale.
Un esempio tipico: una Fiat 124 Spider acquistata a 10.000 euro, restaurata professionalmente, può raggiungere un valore di mercato di oltre 25.000 euro.

Le regioni e i comuni incentivano queste attività con contributi per il restauro e la formazione professionale, come accade in Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana. Il business del restauro, quindi, unisce artigianato, turismo e valorizzazione del Made in Italy.

Compravendita e mercati internazionali

Il mercato globale delle auto storiche è fortemente dinamico. Gli acquirenti stranieri, soprattutto da Germania, Olanda e Stati Uniti, rappresentano oltre il 40% delle transazioni di auto d’epoca italiane.
L’Italia, grazie alla ricchezza di modelli classici e alla qualità dei restauri, è diventata leader europea nell’export di veicoli storici.

Piattaforme digitali come Ruoteclassiche, Classic Trader e Catawiki hanno digitalizzato il settore, consentendo anche ai piccoli collezionisti di vendere o acquistare in sicurezza.
Questo ha reso il business delle auto storiche più accessibile, trasparente e internazionale.

Eventi, turismo e marketing esperienziale

Un altro pilastro del business delle auto storiche è il turismo.
Eventi come la Mille Miglia, il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este o il Gran Premio Nuvolari attirano ogni anno migliaia di visitatori e collezionisti da tutto il mondo, con un impatto economico notevole su hotel, ristorazione e servizi.

Molte città italiane stanno investendo nel turismo motoristico d’epoca, promuovendo percorsi e manifestazioni dedicate.
Un veicolo storico, inoltre, diventa spesso protagonista di campagne pubblicitarie, film e spot: un settore che, nel 2024, ha generato oltre 50 milioni di euro di indotto tra noleggio e produzione.

Transizione ecologica e nuove opportunità

L’auto storica non è solo nostalgia del passato: la conversione elettrica (retrofit) apre nuove prospettive di business.
Le officine specializzate nella trasformazione elettrica dei veicoli classici stanno crescendo rapidamente, grazie anche agli incentivi statali e regionali che favoriscono la mobilità sostenibile.

Convertire un’auto d’epoca a motore termico in elettrica permette di:

  • accedere alle ZTL e aree urbane a basse emissioni,
  • ottenere esenzioni dal bollo fino a 5 anni,
  • aumentare il valore del veicolo nel mercato moderno.

Questa combinazione tra tradizione e innovazione sta creando una nuova filiera economica ibrida, in cui la sostenibilità incontra il fascino del vintage.

Collezionismo auto: un settore da valorizzare

Il business delle auto storiche nel 2026 è un ecosistema che fonde passione, investimento e cultura d’impresa.
Dalle agevolazioni fiscali alle opportunità assicurative, dai restauri di pregio agli eventi turistici, ogni componente di questo mondo genera valore economico e identità italiana.

Chi investe oggi in un’auto d’epoca, o nel suo indotto, partecipa a un mercato in crescita, con potenzialità ancora ampie in termini di export, turismo e innovazione tecnologica.
Le auto storiche, dunque, non sono solo “vecchie glorie”, ma un asset economico strategico, capace di unire redditività, bellezza e sostenibilità.

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